giovedì 14 maggio 2009

Repubblica e le dieci domande a Berlusconi





In attesa delle risposte che non verranno, pubblichiamo il video- inchiesta di Repubblica perchè ognuno possa farsi un'idea di quel che è successo e sta succedendo.

Non si tratta di "ravanare" nelle faccende private di Silvio Berlusconi, ma di chiedere a gran voce che il Presidente del Consiglio dia pubbliche spiegazioni ad una serie di incongruenze tra le sue dichiarazioni e quel che invece emerge ricostruendo fatti e rileggendo le testimonianze degli altri protagonisti di questa vicenda.

In un Paese normale queste risposte sarebbero pretese da tutta l'opinione pubblica.

E, certamente, in un Paese normale sarebbe normale che il Parlamento reclamasse la verità., perchè in un paese normale chi è chiamato alla guida del governo non può e non deve mentire.

Ma l'Italia non è più un Paese normale.

Nel nostro Paese, ormai, nemmeno una sentenza della magistratura che, nella sua motivazione, spiega a chiare lettere che l'avvocato David Mills è stato condannato per falsa testimonianza avendo mentito sotto giuramento"per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati", riuscirà a suscitare quella giusta indignazione che dovrebbe costringere qualunque politico a rassegnare le dimissioni...

Non è quindi solo l'arroganza del potere.

C'è nella maggioranza dell'opinione pubblica un tolleranza nei confronti del capo, che non si spiega se non con il riconoscimento di un sentimento collettivo di resa dei conti nei confronti dell'altra metà del paese...

E per far questo ogni strumento è lecito: i medici spia, i presidi poliziotti, le ronde di gruppi privati per le strade...

Il sonno della ragione, si sa genera mostri.

Noi, che la nostra ragione teniamo ben sveglia, non possiamo far altro che provare a scuotere chi sembra voler solo dormire.