mercoledì 17 dicembre 2008

La religione, il Vaticano, l'omosessualità e l'omofobia...

Articolo di Sergio zanoletti
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
(Art 7 – Dichiarazione universale dei diritti umani)


La notizia è nota: a nome dell’Unione Europea, la Francia ha presentato alle Nazioni Unite una proposta per promuovere una campagna mondiale per la depenalizzazione dell’omosessualità.
Iniziativa pregevole e necessaria se si pensa che nel mondo ci sono più di 80 stati nei quali l’omosessualità è ancora considerata un reato, punito con una multa, con il carcere, con i lavori forzati e addirittura con la pena di morte.

Tutto ciò nonostante, in teoria, gli omosessuali siano “protetti” dai trattati internazionali sui diritti umani, quali la Carta Internazionale dei Diritti Umani, il Patto Internazionale su Diritti Civili e Politici e il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, che mirano a garantire ad ogni persona gli stessi diritti indipendentemente dalle loro scelte politiche, religiose e sessuali.

Per meglio capire ciò di cui sto parlando, ecco un elenco, probabilmente parziale, degli stati in cui l’omosessualità è, a vario titolo, perseguita:
(fonte: www.arcigaymilano.org)

PAESI A MAGGIORANZA MUSSULMANA:

Afganistan (Asia)La pena di morte è in fase di cambiamento dopo la fine del potere talebano

Algeria (Africa)L'art. 338 prevede fino a 3 anni di reclusione e un'ammenda

Arabia Saudita (Asia)L'omosessualità è punita con la pena di morte.

Bahrein (Asia)Recentemente è stata attivata la legge islamica, ma l'art. 337 prevede la deportazione e fino a 10 anni di reclusione.

Bangladesh (Asia)L'art. 377 del codice penale prevede la prigione a vita.

Benin (Africa)c.p. art. 88 reclusione da 1 a 3 anni e un'ammenda

Brunei (Indonesia)c.p. artt. 292 ... e 377 reclusione fino a 10 anni ed un'ammenda

Cecenia (Asia)L'omosessualità è punita con la morte.

Djibouti - Gibuti (Africa)L'omosessualità è illegale e punita prigione.

Egitto (Africa)Non vi è un vero e proprio articolo contro l'omosessualità, ma i gay sono condannati giuridicamente perché lesivi della pubblica morale con pene da 1 a 5 anni e con invii ai lavori forzati. Nel maggio 2002 il presidente Mubarak ha ordinato un nuovo processo per 50 dei 52 uomini processati nel 2001 a causa della loro presunta omosessualità. Nel marzo 2003 il tribunale ha condannato a tre anni di carcere 21 degli imputati e ne ha rilasciati altri 29. Le condanne inflitte agli altri due imputati del processo originario sono state confermate: Sherif Farahat è stato condannato a cinque anni di carcere e Mahmud Ahmed Allam a tre anni di carcere. Nel corso del 2002 sono stati assolti in appello nove uomini condannati in primo grado a tre anni di carcere per "depravazione abituale". Gli uomini hanno dichiarato di essere stati torturati e maltrattati durante la detenzione.

Emirati Arabi Uniti (Asia)L'art. 354 del codice penale federale prevede la pena di morte. L'art. 80 del codice di Abu Zhabi prevede la prigione fino a 14 anni, mentre il codice penale di Dubai prevede la reclusione fino a 10 anni (art. 177 del codice penale).

Gambia (Africa Equatoriale)c.p. art. 144 reclusione fino a 14 anni

Gibuti (Africa centrale)reclusione di durata da stabilirsi

Giordania (Asia)Gli atti omosessuali sono severamente proibiti e la pena consiste nella reclusione.

Guinea (Africa Equatoriale)c.p. art. 325 reclusione da 6 mesi fino a 3 anni e un'ammenda

Iran (Asia)Per i maschi, la morte. Per i minorenni, 74 fustigate, per le femmine, 100 fustigate. Articoli 108 - 113 cod. penale.

Kenia (Africa)Gli articoli 162 e 165 del codice penale condannano l'omosessualità come crimine contro-natura con la prigione da 5 a 14 anni..

Kwait (AsiaL'art. 193 del codice penale prevede la reclusione fino a 7 anni.

Libia (Africa)In base all'art. 407 del codice penale è previsto l'imprigionamento da 3 a 5 anni.

Malaysia (Asia)Art. 377 del codice penale: la condanna prevede fino a 20 anni di carcere e una multa in denaro.

Maldive (Asia - Isole Oceano Indiano)c.p. art. 377 reclusione

Marocco (Africa)L'omosessualità è illegale anche in Marocco, dove la pena prevista dall'articolo 489 del codice penale prevede una condanna alla reclusione da 6 mesi a tre anni, più il pagamento di una multa.

Mauritania (Africa)Dall'introduzione della Sharia, la pena prevista è la morte.

Nigeria (Africa)Condanna a morte (il condannato viene schiacciato da una parete spintagli addosso dal boia).

Oman (Asia)In base all'art. 33 del codice penale, l'atto omosessuale è punito con la prigione da 6 mesi a un anno.

Pakistan (Asia)c.p. art. 377 reclusione fino a 2 anni e 100 frustate o morte per lapidazione

Qatar (Asia)L'art. 201 del codice penale prevede fino a 5 anni di prigione.

Senegal (Africa)L'art. 319 del codice penale prevede la reclusione da 1 a 5 anni e una multa.

Somalia (Africa)Art. 409 del codice penale: carcere da 3 mesi a 3 anni.

Siria (Asia)E' prevista la prigione, in base all'art. 520 del codice penale, fino a 3 anni.

Sudan (Africa)In base all'art. 316 del codice penale, la pena prevista varia da 100 fustigate alla pena capitale.

Tagikistan (Asia)L'omosessualità è illegale, art. 125.1 (ex 121 dell'URSS).

Tunisia (Africa)L'omosessualità è illegale, ma tollerata. L'art. 330 del codice penale prevede fino a 3 anni di carcere.

Turchia (Asia)In Turchia l'omosessualità non è ufficialmente illegale ma la polizia periodicamente irrompe nelle case di gay e lesbiche eseguendo arresti.


Uzbekistan (Asia)L'art. 120 del codice penale del codice penale del 1995 prevede la reclusione fino a 3 anni.

Yemen (Asia)Pena di morte, viene applicata la Sharia.

EUROPA
Romania (rel. ortodossa 87% cattolica 6%)In Romania i rapporti omosessuali tra adulti erano puniti con una pena detentiva da uno a cinque anni di prigione (art. 200 par. 1 e 2 del codice penale). L'ingresso della Romania nel Consiglio d'Europa, nell'ottobre 1993, è stato subordinato alla modifica di alcune norme di legge come l'art. 200 par. 1 e 2. Dopo tre anni il parlamento rumeno, ignorando i numerosi appelli dei paesi europei e di Amnesty International, ha approvato un nuovo art. 200 in cui dichiara l'omosessualità un "pubblico scandalo" e istituisce il reato di favoreggiamento ed istigazione all’omosessualità, anch’essi punibili con pene detentive da 1 a 5 anni. Doru Marian Beldie, di 19 anni, è stato arrestato a Bucharest il 16 giugno 1992 ed accusato di aver avuto rapporti omosessuali con un minore. Beldie è stato colpito alle mani e ai piedi per diverse ore; la polizia tentava di costringerlo a firmare una confessione. In seguito è stato condannato a 4 anni e mezzo di prigione. In detenzione ha subito ripetute violenze da parte degli altri prigionieri. Marcel Brosca, studente rumeno di 20 anni, è stato arrestato nel marzo 1992 a Tecuci mentre dormiva in stazione aspettando un treno per andare a casa. Quattro poliziotti ed un ragazzo di 17 anni lo hanno avvicinato, svegliato ed accusato di violenza sessuale sul minorenne. Dopo averlo picchiato a sangue con i manganelli lo hanno arrestato; è stato condannato a 5 anni di reclusione. In Romania, fra il 1993 ed il 1995, almeno 11 persone sono state arrestate con l'accusa di essere omosessuali. Amnesty International ha documentato 57 casi di persone imprigionate in base all'art. 200 par. 1 e 2: tra esse figurano Milorad e il suo compagno che sono stati rilasciati in seguito alle pressioni di Amnesty International con enormi problemi di reinserimento perché la polizia aveva pubblicato le loro fotografie e la loro storia. Nessuno era più disposto ad offrire loro un posto di lavoro e Milorad, in preda alla disperazione, si è suicidato nel 1995 mentre il suo compagno ha ottenuto asilo politico.
ASIA
Bhutan (rel. buddista 75% induista 25%)La pena varia a seconda della situazione ed arriva fino alla reclusione a vita

Myanmar - Birmania (rel. buddista 90%)c.p. art. 33 reclusione fino ad un anno

Cina (rel. tradizionale 20% buddista 9% cristiana 6% atea 64%)c.p. art. 106 reclusione fino a 5 anni, anche se non è un articolo esattamente anti-omosessualità

India (rel. induista 82% musulmana 12%)c.p. art. 377 reclusione a vita

Nepal (rel. induista 87%)c.p. art. 377 reclusione

Singapore (rel. buddista 54% musulmana 15%)c.p. art. 377 reclusione a vita

Sri Lanka (rel. buddista 69% induista 15% musulmana 8%)c.p. art. 365 A reclusione fino a 10 anni
AFRICA ( PAESI NON MUSSULMANI)
Botswana (rel. tradizionale 55% cristiana32%)c.p. art. 164 ... reclusione per un periodo non inferiore a 7 anni

Burundi (rel. cattolica 65% atea 19%)L'omosessualità è punita come "atto immorale"

Camerun (rel cattolica 35% musulmana 22%)c.p. art. 347 reclusione da 6 mesi a 5 anni, più un'ammenda

Capo Verde (rel. cattolica)c.p. art. 390... reclusione per rapporti "contro natura" e "contro la decenza pubblica e personale"

Etiopia (rel. ortodossa 50% musulmana 33%)c.p. art. 600 reclusione da 10 giorni fino a 3 anni

Ghana (rel. cristiana 58% musulmana 16%)c.p. art. 105 reclusione da stabilirsi, ma ci sono testimonianze di torture

Kenia (Africa Equatoriale - rel. tradizionale 31% cristiani 29%)c.p. art. 162 ... reclusione da 5 fino a 14 anni

Liberia (Africa Equatoriale - rel. cristiana 68% tradizionale 18% musulmana 14%)c.p. art. 14.74 reclusione di un periodo da determinate in base alla volontarietà o all'involontarietà

Malawi (Africa Equatoriale - rel. protestante 20% tradizionale 10% musulmana 20%)c.p. art. 153 ... reclusione; il cittadino occidentale viene allontanato e ritenuto "indesiderato"

Mauritius (Africa Equatoriale Oceano Indiano - rel. induista 51% cattolica 27% musulmana 16%)c.p. art. 250 reclusione fino a 5 anni

Mozambico (Africa del Sud - rel. tradizionale 47% musulmana 28% cattolica 12%)c.p. art. 70 reclusione fino a 3 anni

Namibia (Africa del Sud - rel. protestante 52% cattolica 17%)L'omosessualità non è tollerata, ma non ci sono leggi che la puniscano

Tanzania (Africa del Sud - rel. cristiana 44% musulmana 37%)c.p. art. 154 ... reclusione fino a 14 anni

Togo (Africa Equatoriale - rel. tradizionale 50% cattolica 23% musulmana 15%)c.p. art. reclusione fino a 3 anni

Uganda (Africa Equatoriale - rel. cattolica 45% anglicana 39% musulmana 11%)c.p. art. 140 ... reclusione, anche a vita Nel marzo 2002 il presidente Museveni, in un discorso durante un convegno dei capi di governo del Commonwealth in Australia, ha dichiarato che i buoni risultati nella lotta contro l'Aids in Uganda sono stati ottenuti perché nel paese non vi sono omosessuali. Il 30 agosto dello stesso anno, il ministro dell'Etica e dell'Integrità ha ordinato alla polizia di arrestare e condannare gli omosessuali. Per tutto l'anno, agenti delle forze di sicurezza hanno continuato a sottoporre a vessazioni membri della comunità gay, e diverse persone sono state arrestate per motivi legati al loro orientamento sessuale.

Zambia (Africa del Sud - rel. tradizionale 27% protestante 23% cattolica 17%)Carta 87 e 15 reclusione fino a 14 anni

Zimbabwe (Africa del Sud - rel. tradizionale 40% protestante 34% cattolica 7%)c.p. art. reclusione fino a 3 anni
OCEANIA
Cook, protettorato NZ (rel. protestante 58% cattolica 17%)c.p. art. 155 eclusione fino a 7 anni, ma in genere viene associato l'art. 104 ( 5 anni reclusione)

Fiji (rel. cristiana 52% induista 38%)c.p. art.175 reclusione fino a 14 anni

Kiribati (rel.cattolica 35% protestante 38%)c.p. art. 153 reclusione fino a 14 anni

Marshall (rel. protestante 62% cattolica 8%)Tit. 31.1.XXV.53 reclusione fino a 10 anni

Niue (protettorato NZ - rel. protestante 64% cattolica 4%)c.p. art. 170 reclusione fino a 10 anni

Papua Nuova Guinea (rel. protestante 60% cattolica 28%)c.p. art. il rapporto anale è punito con la reclusione fino a 14 anni

Samoa Ovest (rel. protestante 63% cattolica 21%)c.p. art. 58 reclusione fino a 5 anni

Salomone (rel. protestante 42% anglicana 34%c.p. art. 153 reclusione fino a 14 anni

Tokelau, protettorato NZ (rel. protestante 67% cattolica 30%)c.p. art. 170 reclusione fino a 10 anni

Tonga (rel. protestante 43% cattolica 16%)c.p. art. 136 reclusione fino a 10 anni

Tuvalu (rel. protestante 86%)c.p. art. 153 reclusione fino a 14 anni
AMERICHE
Brasile (America del Sud - rel. cattolica 74% protestante 15%)L'omosessualità non è illegale ma omofobia e violenze sono assai diffuse. Nel 1993 Renildo José dos Santos, bisessuale che ha pubblicamente dichiarato il proprio orientamento sessuale, è stato rapito da una squadra della morte davanti alla famiglia e a tutto il vicinato; sono stati riconosciuti appartenenti alla polizia tra i rapitori. Il suo corpo senza testa (recante evidenti segni di tortura) è stato ritrovato due giorni dopo in una discarica. Normalmente chi si impegna in difesa dei diritti degli omosessuali viene preso di mira dalla polizia: dopo l'omicidio di Renildo José dos Santos l'unico giornalista, Reinaldo Cabral, che aveva avuto il coraggio di palare dell'omicidio e delle violenze della polizia, ha ricevuto minacce telefoniche; il 3 aprile 1994 due uomini armati sono entrati nella sua casa minacciandolo con un fucile ed incendiandogli la macchina. Il 13 giugno 1994 due consiglieri del Partito degli Operai Brasiliani, l'avv. Reinaldo Guedes Miranda ed il poeta Hermógenes Da Silva Almeida Filho, che si erano impegnati in difesa dei diritti degli omosessuali e degli afro-americani, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco da un sicario legato – a quanto pare – alla polizia.

Colombia (America del Sud - rel. cattolica 92%)Non ci sono leggi contro l'omosessualità che però viene perseguitata anche violentemente da gruppi e organizzazioni paramilitari. Numerose squadre della morte uccidono gli omosessuali, i senza tetto, i disoccupati e le minoranze in genere, mettendo in atto un progetto di pulizia sociale. Le vittime vengono massacrate per strada o rapite e portate chissà dove per essere poi ritrovate morte con evidenti segni di tortura. Nella maggior parte dei casi gli assassini rimangono impuniti.

Costa Rica (America Centrale - rel. cattolica 86%)In Costa Rica, nel 1993, almeno 7 travestiti sono stati arbitrariamente arrestati e trattenuti per alcune ore dalla polizia che li ha umiliati e costretti a sottoporsi a diverse prestazioni sessuali.

Cuba (rel. cattolica 39% protestante 3% altre 58%)c.p. art. 303 reclusione fino a 3 anni per la manifestazione pubblica dell'omosessualità.

Ecuador (America Centrale - rel. cattolica 93%)L'Ecuador è tra i pochissimi paesi al mondo ad includere nella propria Costituzione un articolo contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale (gli altri paesi sono Canada, Irlanda, Nuova Zelanda, Sudafrica e Svizzera). Ciononostante, nel paese latinoamericano la discriminazione e gli abusi per motivi legati all'orientamento sessuale sono molto frequenti. La tortura continua a essere usata per umiliare e punire detenuti glbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali). Nel mese di aprile 2003, due adolescenti transessuali sono stati "venduti per sesso" dalle guardie ad altri prigionieri del centro di detenzione provvisoria di Guayaquil.

Giamaica (America Centrale - rel. protestante 39% cattolica 10%)c.p. art. 76 ... reclusione e lavori forzati fino a 10 anni Dalla Giamaica pervengono ripetute segnalazioni di violenze nei confronti di omosessuali commesse sia dalla polizia sia da semplici cittadini. Nel gennaio 2002 il governo ha rifiutato di abrogare la legislazione che considera illegali i rapporti sessuali in privato tra uomini adulti consenzienti. A ottobre il Regno Unito ha concesso lo status di rifugiato a un omosessuale con la motivazione secondo cui l'omofobia è così grave in Giamaica da costituire una seria minaccia per la sicurezza personale.Grenada (America Centrale - rel. cattolica 53% anglicana 14%)c.p. art. 377 l'omosessualità è illegate ma non si hanno notizie sulle pene

Guyana (America del Sud - rel. induista 34% cristiana 30%)c.p. art. 351 reclusione fino a 2 anni

Messico (America Centrale - rel. cattolica 88% protestante 5%)L'omosessualità non è perseguita con leggi ma spesso con iniziative di gruppi o apparati parapolitici che non vengono perseguiti. Tra il 1991 e il 1994 12 gay sono stati uccisi nello stato del Chiapas. Uno di essi, Neftali Ruiz Ramirez, era il vice-presidente del gruppo Tuxtla Gutìevrez gay e travestiti. Ramirez è stato sicuramente raggiunto da un colpo sparato da un agente di polizia ma l'inchiesta sulla sua morte è stata insabbiata per nascondere le torture e gli abusi subiti dai membri di questo gruppo.

Nicaragua (America Centrale - rel. cattolica 73% protestante 17%)c.p. art. 205 reclusione fino a 3 anni

Puerto Rico (U.S.A - rel cattolica 65% protestante 28%)c.p. art. 103 reclusione fino a 10 anni

Trinidad e Tobago (Centramerica - rel cattolica 30% protestante 29% induista 24%)sess. 13 reclusione fino a 10 anni

Turks e Caicos - Regno Unito (America del Nord - rel. protestante)c.p. art. 41 reclusione anche a vita, a discrezione del giudice

U.S.A.Negli Stati Uniti una sentenza della Corte Suprema del 26 giugno 2003 ha reso incostituzionali le leggi contro la sodomia che erano ancora in vigore in diversi Stati dell'Unione. La sentenza fu emessa alla conclusione del ricorso presentato dal cittadino Lawrence contro lo Stato del Messico. Lawrence e il suo compagno erano stati arrestati e privati dei diritti civili in quanto sorpresi a consumare un rapporto sessuale nella propria abitazione. Riportiamo comunque la situazione legislativa negli Stati Uniti in vigore fino al 26 giugno 2003(vedi mappa a fianco)Ci sono 10 Stati che hanno leggi contro la sodomia che valgono sia per gli eterosessuali che per gli omosessuali:Alabama, Florida, Idaho, Louisiana, Michigan, Mississippi North Carolina, South Carolina, Utah, Virginia Ci sono poi 4 Stati con leggi contro la sodomia valide solo per gli omosessuali: Kansas, Missouri, Oklahoma, TexasPer completare l'informazione elenchiamo anche gli altri Stati con l'anno in cui sono state abolite le leggi contro la sodomia:Illinois (1962) Connecticut (1971) Colorado (1972) Oregon (1972) Delaware (1973) Hawaii (1973) Ohio (1974) North Dakota (1975) New Hampshire (1975) New Mexico (1975) California (1976) Maine (1976) Washington (1976) West Virginia (1976) Indiana (1977) South Dakota (1977) Vermont (1977) Wyoming (1977) Nebraska (1978) Iowa (1978) New Jersey (1979) Alaska (1980) Wisconsin (1983) Nevada (1993) District of Columbia (1993) Rhode Island (1998) Arizona (2001)

Come si può notare non si tratta di questione teorica riguardante generici quanto deprecabili atteggiamenti omofobici. Si tratta di un numero enorme di stati che hanno recepito nel loro ordinamento giuridico precise leggi contro l’omosessualità, punendola con pene severe e in ben sette stati con la morte!
Sorprende quindi che il Vaticano si sia schierato contro la richiesta di depenalizzazione dell’omosessualità e ancor più sorprendono le ragioni con le quali è stata motivata tale posizione, espresse in un’intervista da monsignor Celestino Migliore, osservatore dello Stato Vaticano all’Onu ( Il vaticano infatti è uno dei due stati del mondo che non ha aderito all’organizzazione delle nazioni unite)
«Il catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è un`altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».
Non è un poco azzardata questa affermazione? Si sta dicendo che nel tentare di impedire ad uno stato di incarcerare e uccidere degli uomini colpevoli di amare persone dello stesso sesso, si spingerebbe verso la discriminazione di quegli stati che non riconoscono le unioni omosessuali. Come se le due cose potessero essere messe sullo stesso piano, prima di tutto! E poi qual è il passaggio logico? In quale modo nell’impedire di incarcerare un gay si discriminano gli stati che non ammettono il matrimonio tra gay?

Sarebbe come dire che, per esempio, nello schierarsi contro la persecuzione dei sacerdoti in talune nazioni, si innescherebbero dei meccanismi di discriminazione nei confronti degli stati che applicano il principio della separazione tra Stato e Chiesa.

Penso che di fronte a simili argomentazioni come giustificazione di un disimpegno nella lotta contro le persecuzioni religiose, il Vaticano risponderebbe con forza e ai massimi livelli.

Questa posizione, semplicemente, non sta in piedi: difetta di logica ma anche di buon senso, perché è intuitivo pensare che essendo ancora nella situazione di dover lottare per impedire che venga incarcerato o ucciso chi non è sessualmente uniformato, sarebbe perlomeno controproducente alzare il livello delle richieste fino al riconoscimento di parità dei diritti tra copie etero e omosessuali, perché, in questo modo, si alimenterebbero le paure omofobiche, anche in quei settori dell’opinione pubblica che potrebbero riconoscere, ma a fatica, l’ingiustizia della criminalizzazione delle scelte sessuali…

Chiarito questo aspetto non si può comunque rinunciare ad evidenziare che Monignor Migliore, in pratica, ha affermato che non è opportuno intervenire contro le discriminazioni sessuali perché questo potrebbe creare una discriminazione verso quegli stati che applicano una discriminazione sulla base delle scelte e dei comportamenti sessuali!!!

E’ utile ricordare che l’omosessualità non è soltanto legata alla sessualità.

E’ infatti una condizione che investe direttamente la sfera affettiva, anche se, dal punto di vista scientifico, non si è ancora arrivati ad una sua chiare ed univoca definizione.

Il mondo scientifico riconosce però che uno dei motivi che hanno fin’ora impedito di definire con esattezza scientifica l’omosessualità va ricercato nella mancanza di un nucleo minimo di dati che riesca ad ottenere il consenso della maggioranza dei ricercatori, e ciò è dovuto sia al pregiudizio che ha, in qualche modo, condizionato il metodo di ricerca sia all’approccio che pretende di dare una spiegazione all’esistenza dell’omosessualità, prescindendo dalla domanda sulla genesi dell’eterosessualità, come è ben spiegato su wikipedia:

“Una parte eccessiva di tali ricerche postula infatti l'eterosessualità come un dato che esiste in sé e per sé, che non ha bisogno di spiegazioni, che non ha uno sviluppo, che non ha una storia diacronica ma è un dato fisso, eterno, uguale a sé stesso da tutti i secoli e nella vita di ogni singolo individuo. Il che equivale, dal punto di vista metodologico, a voler spiegare cosa sia il ghiaccio rifiutando di sapere cosa siano l'acqua o il vapore: un approccio scientifico che postulasse, a priori, che acqua e ghiaccio sono realtà diverse, non studiabili contemporaneamente, non otterrebbe in effetti "spiegazioni" più di quante ne abbia ottenute la ricerca sulle cause dell'omosessualità”

In ogni caso gli studi scientifici sono riusciti perlomeno ad escludere che l’omosessualità sia una malattia o un disturbo psichiatrico, come è stato definitivamente riconosciuto sia Dall’American Psychiatric Association (APA) nel 1987 che dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1990, con decisione diventata ufficiale con la promulgazione del DSM IV ( Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) del 1994.

Finalmente la posizione ufficiale del mondo scientifico, sia negli Usa, sia negli altri Paesi occidentali, ivi inclusa l'Italia, è che l'omosessualità costituisce "una variante del comportamento sessuale umano".
E’ quindi uno stato, una condizione dell’essere umano che incide non soltanto sui comportamenti sessuali ma anche su quelli affettivi.
Va da se allora che non riconoscere alle unioni omosessuali diritti e tutele simili a quelle riconosciute alle unioni eterosessuali è una forma di discriminazione che limita pesantemente i diritti individuali della persona, stabilendo delle differenze giuridiche che vanno dalla iper-protezione della famiglia tradizionale al totale disinteressamento,quando non c’è esplicita repressione, per quanto riguarda quella omosessuale. Con pesanti ripercussioni nei diritti individuali nel campo per esempio del diritto ereditario, pensionistico, dell’assistenza in genere e della possibilità di farsi rappresentare in caso di necessità dalla persona che si ama e con la quale si è deciso di dividere la vita.
Una volta riconosciuta l’omosessualità come una variante del comportamento sessuale, e quindi come condizione “innata”, limitare i diritti delle persone omosessuali ha la stessa valenza che il limitare i diritti di una persona perché nata con i capelli biondi in una società di mori o viceversa!
Certo, la posizione della Chiesa parte da altri presupposti.
Il pensiero di tipo religioso in genere non riconosce la questione delle "cause" dell'omosessualità se non in quanto problema morale.
Il pensiero religioso, salvo alcuni distinguo per esempio nella chiesa Anglicana, non riconosce l’omosessualità come condizione in qualche modo “innata”. Trascura il suo lato affettivo che prescinde dalla sessualità o meglio che induce al comportamento omosessuale analogamente a quanto avviene con il comportamento eterosessuale.
Ignorando i dati scientifici il pensiero religioso postula l’esistenza di una natura umana univoca e quindi ritiene che chi abbia comportamenti contrari a quelli stabiliti dalla natura, lo faccia per vizio o per scelta morale “contro natura”,
Da qui l’atteggiamento di molte chiese cristiane, convinte del fatto che con la volontà e la preghiera sia possibile "guarire" dall'omosessualità (una convinzione espressa in associazioni che sono la loro emanazione, come Exodus International, Courage, e Living Waters, quest'ultima operante anche in Italia),
A parte il fatto che questa posizione cozza in modo lampante con la constatazione che l’omosessualità non è una condizione esclusiva della razza umana ma è abbondantemente diffusa in tutte le specie animali alle quali non credo sia possibile attribuire la capacità di scelte morali o ideologiche, posso anche riconoscere alla chiesa il diritto di esprimere posizioni ascientifiche, denunciando come peccato ciò che per altri è non solo legittimo ma eticamente necessario.
(Penso per esempio alla condanna della chiesa all’uso dei preservativi, nonostante siano l’unico mezzo efficace per prevenire le malattie trasmissibili sessualmente come per esempio L’AIDS.)
Detto questo, lasciamo pure alla religione, alle chiese e ai loro fedeli di darsi le regole di comportamento sociali coerenti con le loro dottrine.
Lasciamo che la Chiesa continui a pensare che l’omosessualità sia curabile con la preghiera e l’astinenza, pur non rinunciando, però, al diritto di criticare tali posizioni evidenziandone le incongruenze e talvolta le assurdità, come nel caso del video di Severio Tommasi e Ornella De Zordo ( guarire si deve: Chiesa e omosessualità) censurato da You Tube ma trasmesso da ARCOIRIS TV (http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=10999 )
Lasciamo che la Chiesa lpropagandi le sue posizioni, anche quando tali posizioni ostacolano la soluzione di problemi seri come L’AIDS, ma rifiutiamoci di accettare passivamente la pretesa che tali posizioni siano giuste soltanto perché espresse da una religione e da una Chiesa, qualunque essa sia.
Rifiutiamoci di accettare passivamente che scelte di comportamento individuale che non nuocono agli altri, possano passare dalla sfera dell’etica e della morale a quella del diritto penale, della repressione e discriminazione sociale!
E denunciamo l’ipocrisia e la malafede quando sono evidenti come nel caso della dichiarazione di Monsignor Celestino Migliore che da una parte riconosce che gli omosessuali sono sottoposti ad ingiuste discriminazioni, dimenticandosi però che tali discriminazioni derivano anche dalle posizioni di quasi tutte le confessioni religiose che si ostinano a considerare l’omosessualità un vizio, una devianza dalla comune morale che va combattuta anche accettando, come male minore, che un omosessuale possa essere incarcerato e ucciso, pur di non correre il rischio di riconoscergli quei diritti che solo l’intolleranza ideologica può arrivare a negare.
Gli omosessuali sono una minoranza discriminata perché non uniforme al sistema dominante e non uniformabile perché la propria diversità non nasce da una scelta ma da una condizione.
Nonostante gli sforzi non sarà possibile eliminare questo “problema” , se non eliminando gli omosessuali. Ma questa eliminazione fisica, seppur sistematica non potrà avere mai fine, perché l’omosessuale è frutto dell’unione eterosessuale. E’ una delle opzioni della natura. E bisognerà, prima o poi, prenderne atto…
Anche se questo può non piacere, anche se questo disturba la cosiddetta normalità, non dimentichiamoci che accettando la logica della repressione della diversità, ci sarà sempre qualcuno più uguale degli altri che avrà modo di scagliarsi contro ogni nuova diversità, qualunque essa sarà.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchènon ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno che poteva protestare.

Martin Niemöller (1892-1984)

http://firmiamo.it/decriminalizzazionedellomosessualita

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