mercoledì 30 gennaio 2008

Fiera di Torino, cambiare rotta

il manifesto del 30 Gennaio 2008

lettera aperta

"Fiera di Torino, cambiare rotta"

Ibrahim Nasrallah *

Signor Ernesto Ferrero, ho ricevuto la vostra lettera che mi invita a partecipare alla Fiera internazionale del libro di Torino prevista per il prossimo mese di maggio. La cultura italiana ha un grande spazio nel mio cuore: la sua creatività artistica ha avuto un ruolo importante nel cambiare il mondo, renderlo meno crudele e quindi più giusto, proiettato verso la libertà e il coraggio che ci vuole per difenderla. Ma grande è stata la mia sorpresa quando ho saputo che la vostra Fiera ha invitato lo stato di Israele come ospite d'onore, e nell'occasione dei 60 anni dalla sua nascita, tanto più che insieme all'invito ho ricevuto la notizia del massacro a Gaza di 20 palestinesi per mano delle forze di occupazione israeliane e che il portavoce del governo, nel descrivere il massacro, dichiarava: «è lo spettacolo più bello che si possa vedere». Noi non siamo con la Palestina perché siamo palestinesi o arabi, ma perché la Palestina è una dura prova quotidiana per la nostra coscienza umana. La vostra decisione di invitare Israele come ospite d'onore ha dato un brutto colpo alle coscienze e ai sentimenti di milioni di persone in tutto il mondo e anche a quegli scrittori e artisti italiani che con coraggio sostengono la Palestina e la sua causa, per il semplice fatto che è una giusta causa. Ho visitato l'Italia molte volte, ci ritorno spesso, grato alla gente che incontro e a cui mi lega un rapporto che va al di là di quello che ho con i lettori dei miei libri. Non voglio chiedervi quale sarà la vostra risposta quando vi chiederanno con quale coscienza vi siete mossi nell'organizzare questa mostra, scavalcando i più semplici diritti, come dimostra la storia e l'umanità, e accettando che la sofferenza dei palestinesi e il furto delle loro terre siano oggetto di celebrazione per i loro assassini e occupanti. Una occasione del genere dovrebbe portare chiunque, e soprattutto gli uomini di cultura, a manifestare la propria umanità e a solidarizzare con il popolo palestinese, dato che è questo a essere stato sradicato dalla propria terra nello stesso giorno in cui lo stato di Israele è nato. Un popolo, quello palestinese, che subisce la più brutale repressione e viene massacrato da 60 anni, quotidianamente. Nel giorno della loro Nakba (catastrofe) i palestinesi spererebbero in una reazione di umanità, ricevono invece la vostra decisione che non prende in considerazione l'ingiustizia e la sofferenza. Quale sarà l'impatto sugli scrittori e gli artisti italiani che credono nella causa palestinese? Auspicherei che la direzione della Fiera cambi rotta e corregga l'errore di aver invitato lo stato di Israele come ospite d'onore. Il mondo della cultura non può tacere di fronte a chi descrive un massacro come, «lo spettacolo più bello che si possa vedere». Preghiamo piuttosto per una cultura della bellezza che ci accomuni,

* poeta palestinese

mercoledì 23 gennaio 2008

UNA SITUAZIONE MEFITICA, DI GRANDE PERICOLO

da: www.comedonchisciotte.org
Che Romano Prodi sia una faccia di tolla, un uomo senza dignità, non l’ho mai messo in dubbio fin da quando è entrato in politica. Si ha a che fare con un tipico “boiardo di Stato” (di quello italiano, non francese o tedesco) e questo spiega già tutto. Le dichiarazioni che ha fatto alla Camera hanno tuttavia dell’incredibile, soprattutto se unite a quelle di altri esponenti di sinistra (del tipo del “poco onorevole” ministro dell’ambiente). In una situazione di sfascio completo, con servizi pubblici da paese sottosviluppato, con metà e più della popolazione in reali difficoltà economiche, con una crisi incipiente che in Italia si manifesta con maggiore gravità che altrove, ecc., venire a raccontare che questo governo ha risanato il paese, i conti pubblici, che la situazione a Napoli è sotto controllo (e senza rimuovere nessuno; perfino ci si vanta di mantenere gli inetti, e anche “qualcosa di più”, al loro posto!), implica una mancanza di pudore e una tale capacità di menzogna che, al confronto, Berlusconi è di una sincerità adamantina.Quando quest’ultimo governava, molti “amici” si vergognavano di essere italiani, sostenevano di non reggere lo sguardo degli stranieri, ripetevano ogni secondo momento, con occhi smarriti e voce tremula: “l’estero ci guarda, cosa mai dirà di noi”. E un giorno si e l’altro pure, vi era la gara a riportare i giudizi negativi dell’Economist, del Financial Times, e via dicendo. Ieri, proprio il Financial Times ha scritto che l’Italia è il paese peggio governato d’Europa, e ha descritto la nostra situazione di sbando ormai totale. Che cosa dicono adesso quegli “amici”? E tutti gli altri giornalacci italiani che ripetevano le solite stronzate? Personalmente, non mi vergognavo allora e non mi vergogno adesso di essere italiano (che per me equivale ad essere di una qualsiasi altra nazionalità). Mi vergogno invece di quegli “amici”, della loro stupidità (e anche mala fede); mi vergogno per quelli che ancora difendono questa infame sinistra e la votano.Ripeterò fino alla nausea che quest’ultima è il cancro della nostra società, e non v’è speranza di guarire finché non si applicheranno i metodi necessari: l’asportazione chirurgica (migliore) o la chemioterapia (soluzione di ripiego). Certamente, però, si debbono aggiungere due considerazioni. Innanzitutto, la cura non è rappresentata dal ritorno della destra al governo, poiché si tratterebbe soltanto di un tentativo di applicare dei “pannicelli caldi” che, come ben si sa, rendono la piaga purulenta con infezione dilagante e setticemia. No, mi dispiace: o vi è la possibilità della profonda incisione con un bisturi o altrimenti non vi sono speranze da coltivare. Inoltre, deve essere ben chiaro alla nostra coscienza che l’origine profonda della malattia si situa in quegli ambienti finanziari e industrial-decotti, asserviti agli interessi statunitensi, che hanno provocato la profonda degenerazione del tessuto sociale italiano. Tuttavia, bisogna essere realisti: è rarissimo che si riesca a colpire al cuore la “bestia” che ci aggredisce. Sarebbe però già tanto amputarle gli arti, spezzarle i denti; fuor di metafora, togliere di mezzo i sicari politici dei reali mandanti dell’italicidio. Questi sicari sono i sinistri; sarebbe sufficiente colpirli e ripulire ben bene il paese dalla loro esiziale presenza politica. Il dramma della nostra situazione è che l’egemonia ideologica stabilita dagli ignobili “chierici” di “sinistra” ha fatto passare, a livello di buone quote di popolazione (in specie di certi strati lavoratori, soprattutto dell’inefficiente e lassista settore pubblico), la convinzione che la linea che va dal meglio (o almeno dal meno peggio) al peggio è la seguente: sinistra “radicale”-sinistra “moderata”-destra (con poche sfumature al suo interno, ma comunque con il nemico n. 1 sempre identificato nel cavaliere). Si tratta di un mondo rovesciato; bisogna invertire la sequenza: destra-sinistra “moderata”-sinistra “radicale”. Quest’ultima è la prima che dovrebbe essere battuta e, possibilmente, eliminata politicamente; poi viene la seconda e infine la prima, la meno pericolosa (se non altro perché più ottusa e incapace). Finché non saremo riusciti a smantellare l’ideologia degli abietti “chierici” di cui sopra – che dilagano nei mass media, nell’editoria, nel cinema, ecc. – non riusciremo a creare organismi politici in grado di ridare un minimo di normalità al paese. *****Se però Prodi continua a resistere, bisogna smetterla con le spiegazioni fondate solo sul suo carattere (magari ricordando che è di Reggio, i cui abitanti vengono ironicamente chiamati “teste quadre”, o “queeedre”, suono prolungato tra l’a e l’e). E’ evidente che questo mediocre e infido personaggio ha dietro di sé ben altre resistenze, che si fanno via via più pericolose perché sentono comunque il terreno franare. Anche il nuovo uso di settori della magistratura “militante” (e per chi milita, lo sappiamo bene da quindici anni!) annuncia possibili colpi di coda di inaudita gravità. Così si dimostra vera un’altra affermazione che i più avveduti ripetono da anni: si gridava al “fascista” Berlusconi perché erano questi i veri autoritari insinuati dappertutto, come i vermi nel formaggio, per impregnarlo delle loro losche ideologie e politiche di dittatura strisciante ma sempre più lampante (salvo che per i ciechi e per i farabutti che li votano) Pochi giorni fa si è svolto un fatto estremamente significativo, su cui non si è voluto insistere troppo. Bassolino, primo responsabile della situazione vergognosa a Napoli (dove da non so quanti anni è stato sindaco e poi presidente della Regione), non è stato sfiduciato (diciamo così) per appena tre voti (144 a 141). Mancavano tuttavia ben 12 senatori di F.I., la principale forza di quell’opposizione che aveva presentato la mozione. La Lega si è un po’ incazzata, ma senza esagerare; il più incredibile è che Berlusconi e altri dirigenti di quel partito non hanno levato un solo motto di riprovazione nei confronti di un’assenza così massiccia da non poter essere casuale. E pensare che è stato Berlusconi ad essere scoperto mentre tentava di “convincere” senatori di “sinistra” a far cadere Prodi. E’ proprio vero che l’ex premier è un po’ giuggiolone.Naturalmente, non sono in grado di conoscere i retroscena di una manovra, giocata sui continui rinvii della resa dei conti; sono tuttavia certo che i vari intrallazzi continueranno, portando sempre più il nostro paese nella vergogna e nel pantano. Nessuno sa con che cosa sostituire la politica attuale, voluta dal cosiddetto “piccolo establishment” (da me denominato GFeID), pur lacerato da lotte intestine acute (e sempre più lo saranno, se precipita la crisi in atto). Le torbide mene non si sono per nulla concluse: molti posti di vertice, nelle grandi imprese e negli apparati istituzionali (ivi compresi i corpi speciali in armi), sono vicini a scadenza e al ricambio; il quadro della crisi incipiente – detta finanziaria, ma in realtà assai più vasta e profonda, con i suoi effetti che muteranno i rapporti di forza tra gruppi dominanti centrali e tra gruppi subdominanti italiani – non è ancora disegnato con linee sicure. La sorte delle Generali – che, per quanto concerne l’Italia, è un punto focale dei (dis)equilibri e rapporti di forza tra questi dominanti e subdominanti – non è tuttora decisa in una sicura direzione. In fondo, non è del tutto chiara nemmeno l’operazione (minore) Alitalia, dove due “alleati” (Intesa e Prodi-PadoaSchioppa) sembrano su posizioni opposte; è però meglio, per il momento, non trarre conclusioni.Alcuni segnali sembrano indicare il rinsaldarsi di un’alleanza tra Bazoli e Montezemolo (e Della Valle). Questi ultimi due – dopo aver installato (assieme ad altri, sia industriali che finanzieri) il fondo Charme, di cui il blog ha spesso parlato, nel “paradiso fiscale” lussemburghese – hanno costituito la NTV per prepararsi alla privatizzazione dell’alta velocità ferroviaria (prevista per il 2010). In questi giorni nel capitale di tale società è entrata, con (mi sembra) il 20%, la banca Intesa, che ha appoggiato (se ne deve parlare solo al passato?) Carlo Toto di AirOne in merito alla possibile acquisizione di Alitalia. Toto è però anche il principale azionista di Rail One, società concorrente della NTV per quanto riguarda i treni ad alta velocità. L’Intesa fa dunque da trait d’union dei due competitori (ex tali a questo punto?). Non mi consta che l’Antitrust si sia finora mosso; vedremo se interverrà a difesa delle “sacre regole” della “libera concorrenza”. Rilevo intanto che Intesa, a sua volta, ha sempre avuto rapporti molto stretti con la statunitense Goldman Sachs (il cui già vicepresidente è oggi al vertice di Bankitalia). Limitiamoci a segnalare questi intrecci piuttosto interessanti.Notiamo inoltre un altro piccolo fatto, sempre senza – al momento – commenti: la Goldman (negli Usa) e l’Intesa (in Italia) sono, si dice, le uniche grandi banche a essere pressoché esenti dalle perdite clamorose legate ai crediti immobiliari (subprime); mentre in acque assai meno buone navigano a tal proposito, ad es., l’Unicredit e le americane Citigroup, Merril Lynch, JP Morgan, Morgan Stanley, ecc. Se però ci riferiamo, più generalmente, alle operazioni compiute tramite quelle scommesse che sono i derivati, non si salvano gran che nemmeno le due banche che apparentemente sono state meglio amministrate dai loro gestori. Non scordiamoci poi del passato recente: per quanto concerne il crac Parmalat (e Cirio), il comportamento dell’Intesa (oltre a quello di numerose banche americane) non è per nulla esente da molte “perplessità”.Concludiamo provvisoriamente: le forze di sinistra che reggono l’attuale Governo sono sempre state i reali fiduciari dell’intero apparato parassitario della finanza italiana subordinata a quella americana. I vertici di Confindustria seguono a ruota, e oggi il suo presidente uscente – che ha ricevuto dal governo di sinistra molti “regali” per la Fiat e altre industrie nella stessa situazione – sembra legarsi al duo bancario (Goldman dominante e Intesa subdominante) che appare al momento in condizioni appena un po’ migliori rispetto alle banche concorrenti. Il presidente confindustriale in scadenza, a quello che si legge sui vari giornali, si sta muovendo per far eleggere una sua sodale; nel contempo, cerca pure di diversificare i suoi investimenti onde non rimanere impigliato in quel che accadrà alla Fiat; da qui, forse, un certo contrasto con il “mago” Marchionne, che potrebbe sentirsi lasciato un po’ solo nella battaglia per il “miracolo” (non ancora compiuto malgrado le grandi chiacchiere) concernente la Fiat.Insomma, i “grandi” manovrano in un’arena tutta loro, completamente avulsa dal paese che affonda e la cui situazione economica va imputridendo. Le stime circa il nostro prossimo tasso di sviluppo sono in continuo ribasso, mentre cresce la tensione inflazionistica (non certificata, nemmeno per un quinto del reale, dall’ineffabile Istituto che si pretende addetto alle statistiche). E il Governo cade, non cade, sta in bilico; e anche cadesse, il putrefatto capitale finanziario-industrialdecotto intensificherà le sue torbide manovre, orientate dai “padroni” statunitensi, che devono tenere succube l’Italia come loro campo di oscure operazioni miranti a non perdere il controllo dell’Europa, onde rinsaldare il cordone sanitario contro le nuove potenze crescenti del capitalismo “orientale”. In tutto questo bailamme, l’opposizione non può veramente opporsi, essendo più ottusamente filoamericana dello schieramento di maggioranza; quanto alla sinistra “radicale” è ormai, al di là delle buone intenzioni di una sua infima parte (per nulla lucida però), una forza apertamente reazionaria.Sia chiaro: so bene che ci sono persone oneste che tentano di ripercorrere la via della critica al potere oggi esistente in Italia; persone che comprendono pure come l’Italia sia “serva” degli Usa. Tuttavia, i loro sforzi non sortiranno effetti – si continuerà nell’ossessiva creazione di gruppetti che si staccano da altri gruppetti, e via continuando in questa attività ormai affetta da demenza senile – fino a quando non si capirà che bisogna innanzitutto ri-capovolgere il mondo rovesciato di cui ho sopra detto: combattere senza posa, nell’ordine: sinistra “radicale-sinistra “moderata”-destra. Non che sia sufficiente, ma è la prima operazione da compiere. *****Sintetizziamo per i ciechi e i sordi. Il “nemico pubblico n. 1” sono i nostri parassiti finanziari e industriali, “weimarianamente” asserviti ai centri strategici di potere statunitensi, che ci stanno trascinando verso la crisi. Entro la prima metà di quest’anno, sono in programma circa 600 nomine pesanti negli apparati politici, amministrativi e in quelli economici “pubblici”, impadronendosi dei quali si crea un apparato di reale dittatura, mascherata formalmente da democrazia, in grado di scremare l’intero popolo lavoratore (dipendente e detto autonomo) a vantaggio dei parassiti suddetti e dei loro padroni d’oltreoceano. I fiduciari principali di questo blocco “rapinatore” sono il mediocre “boiardo di Stato” – pronto a servirli senza un minimo di vergogna per come viene costretto a fare la figura dell’ebete ripetendo monotonamente “tutto va ben, madama la marchesa” – attorniato dai politici e intellettuali della sinistra (di cui la più serva e opportunista è quella che viene denominata “radicale”), la vera “munnezza” da avviare verso qualche discarica ben predisposta. Stiamo entrando in un tunnel privo di via di uscita; o si fermano in tempi brevi i parassiti e i loro sicari politici (e intellettuali) o finiremo tutti in una grande cloaca piena di liquame e di rifiuti. Non si cerchi però di fermarli ri-votando la destra; ci vuol ben altro “vigore”!
Gianfranco La Grassa
Fonte: http://ripensaremarx.splinder.com/22.01.08

IL DIO PAN - tra mitologia e psicoanalisi (di Sara Scialdoni)

IL DIO PAN

- IL MITO -
Pan significa tutto e questa accezione lo lega alla foresta, all'abisso, al profondo.

Il dio Pan, nacque dall'amore di Ermes e della ninfa Penelope ( in un’altra versione invece da Ermes e la capra Amaltea: racconto di una nascita scaturita da un desiderio struggente e bestiale ) per la quale il dio assunse l'aspetto di uomo e divenne pastore presso i possedimenti di un ricco mortale dell'Arcadia, ma subito dopo la sua nascita, Penelope, alla sola vista del figlio rimase terrorizzata: il suo aspetto era talmente brutto ed animalesco che decise di abbandonarlo al suo destino. Infatti Pan, era più simile ad un animale che ad un uomo: il corpo era coperto di ruvido pelo, la bocca si apriva su una serie di zanne ingiallite, il mento terminava con un'ispida barba, dalla fronte si dipartivano due corna ed al posto dei piedi aveva due zoccoli caprini.

…Colà, pur essendo un dio, pascolava le greggi dal ruvido vello
presso un mortale: poiché l’aveva preso, e fioriva in lui,
un desiderio struggente
di unirsi in amore con la fanciulla delle belle trecce, figlia di Driope.
E ottenne il florido amplesso; ed ella nelle sue stanze,
generò ad Ermes un figlio diletto, già allora mostruoso a vedersi,
dal piede caprino, bicorne, vociante, da dolce sorriso. ( “Inno a Pan”, in Inni Omerici)

Il padre, Ermes, pensò allora di portarlo con se nell'Olimpo al cospetto degli altri dei, dove fu accolto con benevolenza poiché al contrario del suo aspetto, il dio Pan era gioviale e rallegrava tutti con la sua presenza.
Un giorno Pan, vide la figlia della divinità fluviale Ladone, Siringa e se ne innamorò. La fanciulla però come lo vide, fuggì terrorizzata tanto da pregare il proprio padre, di mutarle l'aspetto in modo da non farla riconoscere da Pan. Così Ladone, impietosito dalle preghiera della figlia, presso lo specchio d'acqua dove sorgeva una grande palude, la trasformò in una canna..
Pan, invano cercò di distinguere la fanciulla fra i diversi giunchi, alla fine, ne recise uno, lo tagliò in tanti pezzi di lunghezza diversa e li legò assieme con dello spago. Fabbricò così uno strumento musicale che prese il nome di "siringa" dalla sventurata fanciulla e che ai posteri è anche noto come il "flauto di pan".
Da allora il dio tornò a vagare nei boschi correndo e danzando con le ninfe e spaventando i viandanti che attraversavano le selve. A Pan infatti si attribuivano i rumori di origine inesplicabile che si sentivano la notte e dalla paura che esso causava deriva il termine: “timor di panico" .

Nel “Saggio su Pan” di James Hillman ( psicologo analista junghiano ) il dio è stato indicato come il dio della masturbazione, inventore della sessualità non procreativa.

[…] “ La sessualità violenta di Pan è una sessualità solitaria, perché la violenza del suo soddisfacimento non porta mai alla creazione di una coppia. Pan è solo, continuamente tormentato dal suo istinto, che può rapidamente soddisfare per poi tornare alla solitudine e alla sua impossibilità di sentirsi totalmente appagato. Pan non ama, seduce soltanto. L’abbandono è l’elemento principale dei suoi incontri d’amore.” ( da “Riti e miti della seduzione” di A. Carotenuto ).

[…] “Pan insidia le ninfe, le insegue e le possiede con un impeto che spesso sconfina nello stupro. Pan rappresenta dunque, con il suo odore selvatico, il suo pelo irsuto e con la figura caprina itifallica, la violenza con cui l’anima –Psiche- sperimenta la fascinazione e il turbamento con l’incontro dell’oggetto d’amore.” ( da “Riti e miti della seduzione” di A. Carotenuto ).

Masturbazione, panico e stupro sono governati quindi dal Dio Capro della natura e, solo osservandole sensibilmente, ci appaiono come attività istintuali e naturali se inserite nell’ambiente del Dio Pan, nello spogliarsi della natura, nell’acqua, nelle grotte e nel clamore di cui è amante, nella danza e nella musica.
Pan, quindi, si divide tra cime montuose e grotte, tra clamore e musica, tra zampe pelose e corna spirituali, tra panico e stupro. In netto contrasto con figura del Cristo, Pan morì quando quest’ultimo divenne Sovrano assoluto, così che, il diavolo non è altro che Pan visto attraverso l’immaginario cristiano, colui che tenta l’individuo con il peccato della lussuria.
La morte dell’uno significò la vita dell’altro in una opposizione chiaramente espressa nelle iconografie: Pan nella grotta, Cristo sul Monte; l’uno ha la musica ( anche se rozza e primitiva dal momento che riproduce il suono dell’istinto), l’altro la Parola.

[…] “In molte pitture vascolari e murali Eros e Pan vengono raffigurati mentre lottano per divertire il circolo dionisiaco. L’opposizione tra il delicato e alato Eros e il selvatico Pan dal piede caprino sembra rappresentare il contrasto tra due forme di seduzione e di amore. Ma la Psiche non può fare a meno del gioco degli opposti, perciò le sono necessarie tanto la violenza di Pan quanto la delicatezza di Eros. Non è un caso infatti che le origini del dio mezzo uomo e mezzo animale si facciano risalire ad Ermes, messaggero degli dei, poiché simbolicamente, questa nascita, rivela il carattere di comunicazione istinto nella sessualità. […] Bisogna incontrare una corporeità tormentata e dominata dal tentativo di soddisfare i suoi appetiti. Solo in questo contatto bruciante, la psiche si cala nel corpo, lo ritrova, lo lascia parlare, per poi lentamente insegnargli altri linguaggi rappresentati da nuovi scenari di seduzione. E’ in questi diversi orizzonti che l’anima impara a riunire l’istinto all’amore. Pan reca dunque un messaggio che seppur brutale, l’anima ha il compito di ascoltare. “ ( da “Riti e miti della seduzione” di A. Carotenuto ).

http://sarascialdoni.blogspot.com/

Violenze su bambini indiani nelle scuole cattoliche canadesi

articolo tratto dal "Cerchio"
http://www.associazioneilcerchio.it/


IL TOUR DI KEVIN ANNETT

Kevin Annett è il produttore di un documentario-inchiesta sulle violenze subite dai bambini indiani nelle scuole cattoliche canadesi. Solo l'anno scorso il governo canadese ha riconosciuto risarcimenti danni per oltre 600 milioni di dollari alle tribù canadesi, e questo documentario ha vinto nel 2006 l'Indipendence Film Festival di New York.
Tramite Alessandro Profeti di nativiamericani.it, lo abbiamo contattato chiedendogli la sua disponibilità a venire in Italia per parlare di questi argomenti.
Arriverà a Roma il 16/3 prossimo, e queste sono le date che Il Cerchio organizzerà in Italia:
- 17/3 ROMA, presso la Città dell'Altra Economia. Proiezione del film e discussione a seguire con l'autore. Data confermata.
- 18/3 FIRENZE. Data e luogo da confermare.
- 19/3 RAVENNA. Data e luogo da confermare.
- 20 o 21/3 PORDENONE. data da confermare, il luogo è già individuato ma aspettano la conferma ufficiale.
- 22/3 TORINO, ma ci stiamo lavorando e daremo notizie certe solo più avanti.
Il DVD Iin versione PAL è già stato spedito da Annett ed una traduttrice stà già lavorando sul documentario. Appena avrà finito, una associazione romana ci farà la sottotitolatura.
Quindi il documentario sarà perfettamente usufruibile dal pubblico italiano, quantunque piuttosto lungo.
Visto il poco tempo che Kevin si tratterrà in Italia (solo una settimana), il periodo particolare (saremo sotto Pasqua) ed il poco tempo a disposizione, di più non potremo fare.
Ci piacerebbe dare a tutti la possibilità di incontrare Kevin, ma le date queste saranno. Pertanto vi preghiamo di diffondere quanto più potete ai vostri contatti questa iniziativa, sui cui sviluppi sarete costantemente informati. Maggiori info sul documentario sul sito http://www.hiddenfromhistory.org/

martedì 22 gennaio 2008

Noam Chomsky sulla vicenda Papa-Sapienza, negli USA è peggio

Articolo tratto da: http://www.rivistaonline.com/

Noam Chomsky sulla vicenda Papa-Sapienza, negli USA è peggio

Abbiamo chiesto a Noam Chomsky se l'episodio della "cacciata" del Papa dalla Sapienza trovi qualche termine di paragone nelle vicende di altri paesi laici. E' giusto o sbagliato contestare la più alta figura spirituale del mondo cattolico? E può questo episodio macchiare l'immagine internazionale dell'Italia?"Per trovare un paragone è sufficiente guardare alla campagna elettorale in corso negli USA", risponde Chomsky, esponente ebreo della sinistra radicale americana. "Uno dei candidati proviene dal movimento cristiano evangelista, il quale crede che il mondo sia stato creato 10 mila anni fa e che ogni singola parola della Bibbia sia vera alla lettera. Ciascuno dei candidati, poi, deve professare la sua profonda 'fede'. Uno, un mormone, a causa del suo atteggiamento considerato 'diffidente' (nei confronti della parola di Dio, n.d.r.), ha dovuto tenere un discorso dicendo che credeva in Gesù e via dicendo. Inoltre, il primo emendamento (della Costituzione americana, n.d.r.) permette ad una persona di qualunque credo di divenire presidente - con l'implicazione, però, di escludere chi è ateo. Nessuno ha mai contestato tutto ciò. Certo, chiunque verrà eletto dovrà rimpiazzare un presidente che, solo a gennaio del 2003, cercò di convincere Chirac a seguire gli Stati Uniti nella guerra contro l'Iraq citando passaggi di Ezechiele su Gog e Magog… E' vero, non è esattamente la stessa situazione (che si è presentata a Roma n.d.r.), ma potrebbe essere di gran lunga peggiore".Mentre l'Angelus in piazza S. Pietro si è tramutato in uno strumento di rivalsa politica, è lecito iniziare a sollevare qualche dubbio. A ben vedere, la rinuncia del Pontefice ha regalato al Vaticano una visibilità che non avrebbe mai avuto nel corso di una normale inaugurazione accademica. Plauderanno i membri di Comunione e Liberazione. Il mondo cattolico ne è uscito talmente rafforzato da poter incrinare il già precario equilibrio del Pd. La strada verso una corrente cattolica interna al partito è stata abbondantemente spianata e le previsioni di chi, al momento della sua nascita, ricordava i meccanismi della Democrazia Cristiana non sembrano più solo utopie. La spinta clericale, l'incitamento alla lotta di fazione, la caduta del Guardasigilli Mastella, la bufera del caso De Magistris-Forleo: senza scadere in banali ed incoerenti teorie complottiste è innegabile non intravedere un fil rouge che in qualche modo colleghi il tutto. Per Chomsky l'Italia non ha fatto nessuna figuraccia. Semmai, senza nessuna forma di contestazione, il rischio è quello di finire con un governo simil-Bush. E questo sì che sarebbe di gran lunga peggiore di una qualunque bagarre Sapienza-Chiesa.

lunedì 21 gennaio 2008

I Diritti degli omosessuali

Pubblicato da "Il Folletto" su http://www.lunegitane.it/.

Sintesi di un più ampio articolo di Viviana Vivarelli, tratto da http://www.masadaweb.org/
Una grande notte incombe sulla Chiesa.
Il concilio, uno scialo di speranze.
Sempre piu’ rara, dovunque, la Parola
mentre di inutili parole, a ondate,
rimbomba il mondo”.
(Padre Maria Turoldo)
Persecuzioni
Sono veramente scandalizzata dal modo con cui alcuni trattano la questione dei DICO.Si perseguitano gli omosessuali e si dice che e’ la Chiesa ad essere perseguitata.Si vietano riconoscimenti alle coppie di fatto e si dice che sono le coppie di fatto che minacciano la famiglia cattolica.Il Papa ordina ai parlamentari di ubbidire ai suoi comandi e si dice che e’ il Parlamento che vuole dare ordini alla Chiesa.Si impongono a tutti leggi che piacciono solo al gruppo clericale e si dice che sono i laici a voler fare imposizioni religiose ai clericali.Questo scambiare la causa con l’effetto e le vittime con i persecutori e’ vergognoso!Quando Hitler volle imporre la sua dominazione su tutta l’Europa si invento’ che la Germania era vittima del complotto ebraico, e quando volle invadere la Polonia dichiaro’ che erano stati i polacchi ad attaccarlo.Quando Bush ha voluto attaccare l’Iraq per rubargli i suoi pozzi di petrolio si e’ inventato che voleva prevenire gli attacchi terroristi di Saddham con armi di sterminio di massa.Questo rovesciamento dei fatti e’ gia’ abbastanza spregevole quando a farlo sono capi politici e militari, vederlo fare anche a capi religiosi tocca lo sprofondo dell’indecenza.Mi spiace che questa Chiesa deteriore e capziosa manipoli cosi’ tanti cervelli e mi spiace che getti fango anche a quella parte della Chiesa silenziosa e degna che lavora accanto agli umili ai sofferenti e a cui questo alto clero raztinghiano, superbo e autoritario, non e’ degno neanche di baciare i calzari.
Ho letto in giro sui blog varie sciocchezze:i DICO chiamati “sacramento”!? Ma quando mai?! Cosa c’entrano i Sacramenti? Stiamo parlando di diritti civili!O le direttive dell’Unione Europea chiamate ‘diktat’. Con tutto rispetto, si chiama ‘diktat’ l’ordine imperioso di un leader assoluto politico o religioso ai suoi fedeli o sudditi dall’alto di una preminenza autoritaria.Ricordo che le direttive dell’UE non escono da una dittatura staliniana o da una teocrazia papale ma da 25 paesi che decidono le loro risoluzioni con un sistema democratico in cui prevale la maggioranza. E la maggioranza UE ritiene profondamente lesivo dei diritti umani della persona discriminare le coppie di fatto o i cittadini omosessuali.La condanna europea dell’omofobia e’ durissima, senza appello, e l’Unione europea sollecita persino delle sanzioni per quei paesi retrogradi che continuano ad applicare discriminazioni inaccettabili, definendo cio’ un reato contro la persona. Il che forse non importera’ affatto alla Chiesa, abituata com’e’ a governare secondo una mentalita’ medievale, ma deve importare moltissimo ai governanti di questo paese, di qualunque coalizione essi siano, perche’ la figura che noi facciamo sul piano dei diritti europei e’ indecente.
...
Perdono si’, perdono no
Ora..-la Chiesa e’ molto comprensiva con i preti peccatori come i 4.500 preti pedofili scoperti in USA, alcuni dei quali hanno violentato bambini per decine di anni,-la Chiesa e’ stata molto condonante con i rei di avidita’ come il vescovo usuraio Giordano al punto da non punirlo nemmeno,-la Chiesa e’ stata molto accogliente con preti autori di massacri come Padre Athanase Serumba, un hutu che ha sterminato 2000 tutsi e che la Chiesa ha accolto amorevolmente sotto la sua protezione,-la Chiesa e’ stata tollerante anche con vescovi sposati ridicolmente come Milingo,-e tenerissima con feroci dittatori che opprimevano il loro popolo come Francisco Franco,-o Pinochet che ha torturato e ucciso migliaia di persone e per il quale Voitila in persona chiese addirittura la non estradizione,-prodiga con le multinazionali che con i loro brevetti impongono miseria e morte come le aziende dei farmaci e anzi ha investito i suoi ricchissimi fondi nelle loro azioni accettando sponsor come la Coca Cola-la Chiesa e’ stata molto dolce con tutti i dittatori del Sudamerica connessi ai signori del narcotraffico e anzi ha dato loro il suo appoggio,-con i finanziari corrotti che hanno fatto crack miliardari e alcuni li ha nutriti nel suo seno salvandoli dalla giusta condanna-perfino coi capi di mafia e camorra a cui ha dato dispense speciali e anche tombe in basilica,-e’ stata dolcissima con i corruttori di governi democraticamente eletti,-E’ stata benevola persino con i piu’ feroci capi nazisti che ha premurosamente messo in salvo nell’America latina.
Tutti la Chiesa perdona e accoglie.Onora persino i divorziati, i concubini, i puttanieri, gli sposi di Odino e quelli del dio Po…ma non tollera i gay.C’e’ una tale sperequazione tra queste cose da lasciare allibiti.
...
Dichiarazione dell’UE in materia di omosessualita’:
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P6-TA-2006-0018+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT
in tale dichiarazione la UE condanna fortemente l'omofobia, garantisce i diritti agli omosessuali e in cui, fra le altre cose, si legge:
"[l'UE] sollecita gli Stati membri ad adottare disposizioni legislative volte a porre fine alle discriminazioni subite dalle coppie dello stesso sesso in materia di successione, proprieta’, locazione, pensioni, fiscalita’, sicurezza sociale ecc.;"
...

domenica 20 gennaio 2008

MORTE MADE IN USA

DA: COME DON CHISCIOTTE

DI MOHAMMED DAUD MIRAKI, PhD



Vediamo se la vostra coscienza è ancora anestetizzata!



Attenzione: foto molto impressionanti

Ho fatto questa foto l'ultimo giorno del mio viaggio: uno di tre gemelli. L'Afghanistan è diventato un disastro che le parole non possono descrivere, così ho deciso di illustrarlo attraverso queste foto di bambini nati deformi. In varie occasioni, ho fatto presente che abbiamo bisogno di fondi per costruire un istituto di ricerca e le relative stazioni di controllo. Sfortunatamente la maggior parte di voi, di questa richiesta, se ne è lavato le mani. Mi chiedo se queste foto potrebbero elevare la vostra umanità, soffocata da una vita confortevole e da desideri materiali.

venerdì 18 gennaio 2008

REAPARECIDAS

da "Nigrizia"

I colori di Eva / Gennaio 2007

Reaparecidas

di Igiaba Scego

È un augurio per tutte le donne. Perché trovino la forza di ridare un senso a questa giostra impazzita che è il nostro mondo.
Adriana, Cristina, Elisa, Liliana, Miriam, Munù. Non sto facendo l’appello. Non sono a scuola, né in caserma. Non sono da nessuna parte in questo momento. Sono sospesa tra la tastiera di questo portatile scassato e un caffè lungo “americano”, che vorrebbe essere sorseggiato, apprezzato. Povero caffè! Si sta raffreddando... Va così quando scrivo: i caffè si raffreddano, la mente ribolle, le dita picchiettano su tasti malconci e i polsi (un po’ usurati) sognano la seduta del lunedì di Hata Yoga.

Queste cinque donne sono amiche mie. Carissime. Le ho incontrate un paio di mesi fa quasi per caso e da allora non me ne sono mai separata. Il paradosso è che non le conosco nemmeno. Ho visto una loro foto, certo, ma non ho mai stretto le loro mani calde o baciato le loro guance morbide. Però le ho abbracciate in sogno. Ora so a che ritmo batte il loro cuore. Ci separa un oceano. Una generazione. Dei miti musicali. Ma le sento vicine, come se fossero una particella della mia pupilla oblunga. Vedo con i loro occhi, ora.

Adriana, Cristina, Elisa, Liliana, Miriam, Munù, le ho trovate nelle pagine di un libro che, nel titolo originale, suonava come una ballata di Joan Baez: Ese Infierno. In Italia è stato pubblicato con il titolo Le Reaparecide (Stampa alternativa). Sono loro, queste cinque donne, a essere riapparse, reaparecidas, dopo essere state desaparecidas. Torturate dalla giunta militare argentina che – fine anni ’70-inizio anni ’80 – ha sequestrato, seviziato, assassinato la meglio gioventù del paese. Erano giovani, con idee e sogni. In cambio hanno ricevuto percosse, sputi in faccia e la famigerata picana, shock elettrici per tutto il corpo (capezzoli, genitali, braccia, gambe, collo). La gente a Buenos Aires e dintorni faceva finta di non sapere. I media parlavano dei Mondiali di calcio (1978). Si fingeva normalità. Si beveva il mate e il marcio sembrava non interessare a nessuno.

Queste cinque donne sono state recluse nell’Esma, la famigerata scuola di meccanica, e sono sopravvissute. Hanno fatto fatica a raccontare la loro storia. Ma l’hanno fatto. Per sé stesse, per noi. Per gridare il loro nunca más (“mai più!”). C’è dolore. Molto. Ma c’è anche ironia. C’è solidarietà.

La lettura m’ha fatto pensare a noi donne. A tutte le donne. Quelle che stanno male e quelle che stanno apparentemente bene. Dico apparentemente, perché non sono convinta che sia un buon momento per le figlie di Eva (Howa, in somalo). Basta sfogliare i giornali. Una nonna palestinese, con 41 nipoti, si fa saltare in aria. Perché così disperata? Invece di fare la calza, si riempie di esplosivo. Perché?

L’Istat ci dice che in Italia dieci milioni di donne subiscono violenze sessuali di vario tipo. In parlamento non siamo rappresentate un granché. Fatichiamo ad affermarci sul lavoro. La maternità è vista come una malattia e non come il miracolo che effettivamente è. Non è un bel momento, sorelle. Non è un bel momento, fratelli. Infatti, se la donna sta male, anche l’uomo sta male. Mi sembra di stare sopra una giostra impazzita e vorrei scendere. Ma forse la devo riparare, la dobbiamo riparare insieme questa giostra, che è il nostro mondo.
Io sono una afro-romana, una somala italiana, una che sta a metà esatta delle cose, e di riparazioni ne so qualcosa. Chi è somalo non può ignorare le tecniche di restauro. È una vita che andiamo avanti a riparare. Si è cercato di riparare ai danni del colonialismo (italiano a sud, inglese a nord) con un vagito di democrazia. È durata poco. Il 1° luglio 1960 si festeggiava con fuochi d’artificio l’indipendenza sognata, ma, già nove anni dopo, Siad Barre – o “Boccagrande”, come lo chiamavamo noi – ci imbrogliò con la promessa di un comunismo fittizio. Alcuni ci hanno creduto. In testa c’era Che Guevara. Ma la realtà era fatta dai denti aguzzi e divoratori di Siad.

Poi, per ragioni di opportunismo, dai sovietici il “Boccagrande” (con una bocca che diventava sempre più grande di anno in anno) passò alla corte di Washington. Era la guerra fredda. Ci si doveva schierare. I sovietici gli avevano preferito Menghistu e lui vide nell’Occidente un’opportunità di arricchirsi. Ne sa qualcosa anche l’Italia. Erano gli anni di Bettino Craxi, del Fai, creato ad arte dai socialisti, che stava per “Fondo aiuti italiani”, ma avrebbe potuto anche stare per “Fregare aiuti italiani”.
Dopo Siad, la guerra civile: violenta, assurda, feroce.

E oggi? Oggi c’è una guerra regionale alle porte: si fronteggiano i signori della guerra, rifugiati a Baidoa, e le corti islamiche, che hanno occupato gran parte del paese. Ma dietro ci stanno tutti. C’è l’Etiopia di Melis Zenawi. C’è l’Eritrea. Ma anche Egitto, Yemen, Gibouti, Uganda, l’Occidente. Una guerra mondiale africana. Non l’unica. Purtroppo.
Quindi, come dicevo, i somali sono esperti del restauro. Devono riparare i danni altrui per poter sopravvivere. Le donne, soprattutto. Hanno perso i colori le donne somale. Sono opache, oggi. Quando ero piccola, ricordo le donne somale con i loro colori sgargianti: fucsia, rosso fuoco, verde acido, arancione, soprattutto celeste, il colore della bandiera adorata. Oggi, vedendo le donne somale della diaspora per strada o dando un’occhiata alle immagini che Al Jazeera trasmette da Mogadiscio, noto solo colori morti: verde escremento, grigio topo, marrone stinto.

Fa paura questa assenza di colore. Quando c’è la guerra, il colore scompare. Desaparecido. Fa paura. Vorrei vedere colori riapparire, le donne riapparire…. Reaparecidas, come Adriana, Cristina, Elisa, Liliana, Miriam, Munù, appunto.

mercoledì 16 gennaio 2008

LO SCONTRO TRA SCIENZA E FEDE

IL MANIFESTO del 16 Gennaio 2008

Retromarcia papale/ 2
Lo scontro tra la scienza e la fede
Enzo Mazzi
Lo scontro fra la scienza e la fede che si sta dispiegando sotto i nostri occhi increduli in momenti nodali dell'attuale vicenda umana, religiosa e politica, ripropone in termini formalmente nuovi ma sostanzialmente identici la dura competizione che si è scatenata all'alba della modernità fra la fede ormai impallidita e la scienza che stava nascendo. Ci sembra di tornare indietro di cinquecento anni quando il potere ecclesiastico e quello scientifico entrarono in feroce concorrenza per l'egemonia sul mondo nuovo. E fra i due contendenti fu schiacciata quella corrente dell'umanesimo, presente sia nella Chiesa che nel mondo scientifico, che era intrisa di amore per la natura.Impedendole di svilupparsi e di indirizzare la nascente razionalità scientifica verso esiti meno distruttivi. La storica Anna Foa, nel suo Giordano Bruno, si domanda se gli inquisitori non fossero partecipi ben più di Bruno (e di Galileo), in quell'inizio del secolo XVII, di una mentalità 'moderna', e non rientrassero ormai nell'ambito di un pensiero razionalistico e 'geometrico' che non offriva più spazio ne credito alla cultura naturalista del Rinascimento. Benedetto XVI ripropone nei suoi pronunciamenti quella sciagurata spartizione che ha avuto esiti cosl disastrosi. E lo farà, c'è da scommettere, anche alla Sapienza: a voi il dominio materiale sulla natura, alla Chiesa il dominio assoluto etico e spirituale. Chi fa le spese di una tale spartizione sono i Bruno, i Galilei e le streghe di oggi. Come il Sabba fu lo strumento inquisitorio della caccia alle streghe cosl oggi si usa l'aborto per accendere nuovamente i roghi delle donne. Un passo avanti si è fatto: è sparito il rogo fisico. Ci si contenta di riproporre la condanna penale dell'aborto e la moratoria. Ma il risultato culturale e politico è sempre lo stesso: l'annullamento della soggettività femminile come soluzione finale per il dominio moderno sulla natura. Le persecuzioni delle streghe non furono un fenomeno medioevale. Il culmine dei pogrom è tra il 1560 e il 1630, quindi all'inizio dell'epoca moderna. Gli ultimi processi contro le streghe ebbero luogo nel 1775 in Germania, nel 1782 in Svizzera e nel 1793 in Polonia. Le streghe vennero lacerate tra la Chiesa, che voleva tener salda la fede ormai impallidita; come bastione di resistenza, e la ragione che stava fiorendo; e che portava al dominio sulla natura. La fede impallidita e la ragione fiorente, in feroce competizione per l'egemonia sul mondo nuovo che stava nascendo, si allearono per togliersi di mezzo la donna, radicale ostacolo alla cultura del dominio. I medici, ad esempio, contribuirono sistematicamente con la loro consulenza specifica al controllo del grado di tollerabilità delle torture delle streghe. Lo fecero per danaro ma anche per strategia politica e di potere. Il nuovo soggetto illuminato doveva costituirsi in opposizione alla natura interiore ed esteriore e non in sintonia con esse. L'immagine magica del mondo, che aveva potuto resistere nei secoli nonostante la cristianizzazione, venne eliminata all'irruzione del periodo manifatturiero, con il trionfo della scienza moderna sulla teologia. Suo becchino fu per la chiesa, cosa che comporta l'assassinio delle donne, nel senso più vero dell'espressione. La cifra di un milione di roghi non è esagerata. Sia l'umanità medioevale che impallidiva e resisteva sia la nuova umanità dell'epoca industrializzata era maschile. Scrive queste cose, ed è sintomatico, la teologa tedesca Hedwin Meyer Wilmes docente di teologia femminista all'università cattolica di Nimega - Olanda, sulla rivista teologica internazionale Concilium 1/98. La competizione storica delineata sopra per l'egemonia sulla modernità prosegue oggi. Le modalità sono diverse, ma resta una competizione fra culture maschili che si alleano per togliersi di mezzo l'ostacolo comune e cioè la soggettività femminile. Dopo quattro secoli di rimozione, il naturalismo riemerge in forme nuove. Esso non è da confondere con la negazione dell'evoluzione in nome di una visione mitica della natura né con l'espandersi del mercato ai bisogni della psiche attraverso mode pseudo-religiose. E' piuttosto emersione di soggettività dal basso e riscatto di culture represse. In qualche modo un ritorno della cultura delle streghe e dei maghi del Rinascimento e anche un riscatto delle culture indigene. Non va dimenticato infatti che nei secoli XVI e XVII, insieme al genocidio delle streghe e dei maghi si realizza il genocidio dei popoli indigeni delle Americhe e in Asia dei popoli di cultura sciamanica ad opera della colonizzazione russa. E' ormai consolidata nella esperienza e nella riflessione del femminismo la convinzione che la ridefinizione della relazione uomo-donna come reciprocità, al posto della storica dipendenza gerarchica, fa tutt'uno con la medesima ridefinizione del rapporto fra classi-popoli-culture dominanti e dominati e con la pacificazione fra umanita` e natura, tanto che ormai si parla di eco-femminismo. Si intitola significativamente Gaia e Dio. Una teologia ecofemminista per la guarigione della terra una recente opera di Rosemary Radford Ruether, teologa nord-americana di grande prestigio, in cui risuona il tema caro a Bruno e anche a Galileo della immedesimazione fra la uomo, natura e Dio. La critica verso la divaricazione progressiva fra modernità e natura e il bisogno di nuovo naturalismo non è solo della teologia femminista, ma ora sembra l'approdo della stessa teologia della liberazione. Tremate, tremate, le streghe son tornate, uno degli slogan più significativi del femminismo, è stato preso sul serio dai poteri che si contendono l'egemonia del mondo globalizzato. Ed è ripartita la caccia da parte sia di quel mondo scientifico che è legato a filo doppio alla nuova religione del danaro, sia di quel mondo della fede che punta con forza al ritorno del sacro e osteggia in ogni modo il processo storico di liberazione da ogni alienazione. Opporsi a questa orrida pratica repressiva verso la donna e verso la liberazione h parte della ricerca e della lotta per un nuovo mondo possibile.

martedì 15 gennaio 2008

Olympic Games Burma in Chains

Alla luce della situazione rispetto alla violazione dei diritti umani in Cina, nasce spontanea la domanda: accettare passivamente di fare svolgere i giochi olimpici in questo paese è una forma oggettiva di complicità con le nefandezze commesse dal governo di questo stato?

venerdì 11 gennaio 2008

GRILLO, PERCHE' MI DELUDI

In molti avevano sperato (e continuano a farlo) in lui, come il portavoce degli ultimi e di chi non ha voce. Poi, piano piano, quando il fenomeno ha iniziato ad assumere toni sempre più urlati e volgari, è iniziata a uscire la vera anima populista del suo blog-spazio. Già sui “vaffanculo” gridati pubblicamente a squarciagola ci sarebbe molto da obiettare, anche perché solitamente il “vaffanculo” non ammette repliche, è unidirezionale e non prevede una risposta, se non altrettanto volgare. Ora, mia moglie svolge un lavoro socialmente molto importante: è maestra di scuola materna. Bene, poco tempo addietro, uno dei suoi bambini si è messo a gridare fanculo qua e fanculo là, giustificandosi d’averlo sentito in televisione e aggiungendo che più veniva urlato più gli altri ridevano. E questo è solo uno degli effetti sociali scaturiti da questa pseudo-metodologia informativa. Ma passiamo oltre, dopo aver inutilmente cercato di postare un’opinione sul suo blog, operazione ormai praticamente impossibile, ho notato, tra le varie mansioni dei blogger, questo invito dello stesso Grillo: “Chiedo un piccolo aiuto ai frequentatori del blog. Esiste una funzione “cestino” per cancellare i commenti che non rispettano le regole del blog. Usatela contro i negazionisti." (Beppe Grillo 04.10.07 13:14) Evidentemente la sua filosofia è diametralmente opposta a quella del buon Voltaire: "Non sono d'accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa continuare a dirlo". Poi, dulcis in fundo, lo stesso Grillo pubblica un pistolotto che potrebbe aver scritto qualunque esponente di Forza Nuova (movimento nazifascista), parlando di “Patria” e di “Sacri confini” oltraggiati dalle orde di Rom che invadono impunemente il nostro paese. Ho provato a leggere le opinioni postate al tema proposto e debbo dire che il livello di volgarità, di aggressione verso chi osava dissentire e l'incapacità di impostare un dialogo costruttivo, mi hanno a dir poco disgustato. Ormai, sembra quasi di aver a che fare con una massa inferocita, che non vede l’ora di sbranare la vittima sacrificale, qualunque essa sia. No, così non va affatto bene. L’inizio poteva essere promettente ma, a mio parere, ora sta naufragando nel peggiore dei modi.